sabato 31 luglio 2010

B.ZARRO



















Roma, mercoledì 21 luglio, Complesso Vittoriano, mostra di B.Zarro





"B.Zarro è l'istinto della ribellione, dell'istinto creativo e irrefrenabile: creare per lui è un bisogno esistenziale, interiore e fisico, necessaria fonte di vita attraverso la quale vive.
Difficile seguire il suo ritmo e districarsi nel suo ribollire continuo di idee e percezioni.
Le varie tematiche si fondono e si compenetrano in un ritmo frenetico ed impulsivo di produzione e creazione, che dà vita ad una impressionante mole di opere.
I temi che tratta attraverso le sue creazioni sono vari, molte delle sue opere sono legate alla grande tematica di Eros e Thanatos, riflesso di una visione della vita adombrata dalla lotta di questi due principi primordiali.
Benchè a volte ad alcuni possa apparire presuntuoso ed aggressivo, B.Zarro usa in modo schietto disinibito tutta la sua energia lavica nell'intento di risvegliare la coscienza collettiva restando svincolato dal sistema artistico.
I suoi linguaggi e modalità di espressione sono molteplici: attraverso la materia il suo segno vorace è in grado di espandersi su qualsiasi superficie e dilaga vibrante senza potersi contenere.
B.Zarro predilige il disegno libero e gestuale.
La tavolozza dei colori che impiega è soggetto a variazioni ma, spesso, nelle sue creazioni, puramente gestuali predilige la triade di tinte forti e nette del rosso, bianco e nero, che si miscelano sui cartoni dando vita ad immagini provenienti dal profondo, immagini che colpiscono per la loro purezza e forza istintiva.
L'accostamento dei colori segue un suo equilibrio estetico ed energetico, seguendo invisibili linee di forza tese a mostrare l'anima dell'immagine.
Le sue pennellate sono segni che suggeriscono flussi emotivi e di memoria.
La mano si muove liberamente in una perfetta simbiosi con la materia, scivola sulla superficie di un cartone, può frenare e poi curvare, oppure diventare angolosa, più marcata e poi improvvisamente più fluida per poi accelerare in un viaggio emozionale lungo la superficie dentro di noi.
I suoi sono racconti di un dialogo con l'inconscio attraverso i quali ci segnala tematiche e problematiche attuali, a volte con un messaggio di speranza, di preghiera universale.
Come un Michelangelo contemporaneo B.Zarro usa il suo talento artistico per liberare dalla materia le forme urlanti, facendole riemergere in superfici ricche di tensione dinamica.





"La prima cosa è il rosso. Ti riempie gli occhi e ti entra dentro questo rosso forte, vibrante,compatto.
Un rosso arcaico, che risiede da qualche parte nella nostra memoria, un rosso orientale, lacca cinese, bandiere di samurai o sari delle donne del sud dell'India...Ma anche un rosso organico, pulsante, interno.
E poi i segni e le forme, spesso nere, che si muovono su quel rosso... Tutto è esteticamente compiuto, elegante, quasi decorativo.
Ma, dietro si intuiscono la furia, la passione, l'istinto, l'irrazionale, a volte.
E' un po' come osservare un campo di una battaglia antica, quando le lotte e i duelli e il pericolo sono finiti e il teatro dello scontro assume una compostezza armonica e tragica.
Conoscendo B.Zarro, so, almeno tecnicamente, come questo avviene.
Lui dipinge con la tela a terra (ma a volte sono tavole di legno, ante di armadi o vecchie porte, oggetti che contengono una memoria che l'artista va a resuscitare) e si immerge in una lotta istintuale e pericolosa, tracciando segni caotici, affondi di colore, sciabolate di vernice.
Poi, probabilmente riprendendo fiato, osserva il risultato, individua immagini, forme, figure che appaiono da quel caos originale, come succede ai pazienti degli psicoanalisti a cui viene chiesto di interpretare e dare un significato alle macchie di inchiostro che vengono loro mostrate. E qui, con l'aiuto della ragione e della tecnica che l'artista possiede, B.Zarro completa la sua opera facendo emergere associazioni di figure o, a volte, vere forme compiute, suggerimenti per l'osservatore...
Quasi il figurativo che emerge. Lasciando sempre uno spazio, però, al pensiero e all'immaginazione di chi guarda.
E c'è sempre un movimento, un'azione nelle sue opere.
A volte dolce e gentile, a volte dinamico e forte, come in una sequenza cinematografica.
E, se appunto, questo duello tra l'istinto e la ragione, tra il dolore e la gioia e l'osservazione di queste passioni hanno molto a che fare con la psicanalisi, le opere di B.Zarro fanno quello che, secondo Derrida, dovrebbe fare il Cinema: rievocare fantasmi!
D'altro canto la pittura, la psicanalisi e il cinema si muovono nello stesso terreno, spaventoso e immaginifico, misteriosi e rivelatore...il terreno e la sostanza dei sogni.


Gabriele Salvatores