martedì 19 febbraio 2008

C.C. caos calmo


Ci sono volte in cui una sola frase ti colpisce. arriva come una freccia, più veloce della luce, e ti trafigge. in quei pochi nanosecondi comprendi mille cose, mille motivazioni di mille tue reazioni di fronte a determinati eventi che ci sono stati e che ci saranno, nel corso della tua vita.

FRASE: "Non tenere in vita i morti con la rabbia. Non è stata colpa tua"


Ci sono volte in cui la visione di una immagine, anche la più banale, può costringerti ad avere voglia di pensare. ad avere voglia di ricordare, di rivivere momenti che hai sempre voluto accantonare, sotterrare. e sopra, metterci chili di fogli, pile di oggetti, un autentico mausoleo. tutto perfettamente inutile. una persona un giorno mi ha detto " vedi, la gente reagisce al lutto in mille modi diversi. c'è chi trasforma in un mausoleo la camera della persona che sen'è andata, c'è chi "ci ride sopra" e fa d tutto per dimenticare come se fosse un brutto sogno, c'è chi sta ore e ore ad annusare gli indumenti indossati dalla persona morta, e c'è chi dà via tutte le sue cose, tutto ciò che è appartenuto a quella persona".

2 sere fa ero a milano e al cinema stavamo aspettando in sala d'attesa che iniziasse la proiezione del film. era appena finito "caos calmo" e ne sono uscite, oltre al resto della gente, 3 persone: una signora sulla quarantina, con i genitori anziani. la moglie era molto magra, minuta ma con un non so che di giovanile. lui, era messo male. camminava a stento, tutto tremolante, neppure in grado di mettersi il cappotto. Non so come mai, ma mi è tornato alla mente mio nonno. il come mai, nn so spiegarmelo. in effetti mio nonno ne dimostrava molti meno di anni rispetto a quanti ne aveva. anche quand'è morto. il mio viso si è velato di una tristezza enorme. ho pensato che fortunatamente lui non era così come quel signore, e che comunque ha vissuto una vita bellissima nonostante gli enormi problemi di salute che aveva. e che è stato un bene che se ne sia andato lasciando di sè la sua solita immagine, quella del nonno affettuoso che non si è mai arrabbiato nemmeno una volta, sempre comprensivo e sempre simpatico e burlone.

Ci sono momenti in cui arrivo a casa d mia nonna, arrivo in cucina e mi suona quasi automatico chiedermi "ma dov'è il nonno? perchè non è seduto su quella sedia, al suo solito posto?". è stato talmente presente nella mia vita, che praticamente non mi sembra vero che nn ci sia più.

l'immagine di un uomo seduto su una panchina. quell'immagine che ho visto e ho fissato finké le lacrime nn hanno terminato di sgorgare, fino a che nn ci siamo alzate per andare nella sala dove proiettavano il film che dovevamo andare a vedere, mi è sembrata triste. anzi, mi ha reso triste. quello che non ho compreso, è come mai ho collegato mio nonno a quell'uomo sulla panchina. forse sono stati 2 momenti che di botto si sono susseguiti uno dopo l'altro, e il collegamento è stato automatico. forse ho semplicemente ancora il pensiero fisso che chi se ne va, resta più solo, di sicuro ancora di più rispetto a quand'era in vita.


Molte, troppe volte i pensieri fanno male. specialmente quelli fissi. se sono fissi, diventano difficilissimi da cancellare. perchè? beh, perchè tornano in mente ogni volta che vogliono.