venerdì 23 novembre 2007

Si librano in aria come la cenere


Oggi è stato un giorno come tanti. Oggi sono andata a lezione di anatomia con quella mitica prof che abbiamo, la lezione è proseguita bene. Tutto, nel complesso, è andato bene durante la settimana.

Eppure qualcosa mastica. Qualcosa disturba e scuote si dimena nel mio stomaco, nella mia gola.

Comprendo, mi accorgo, come ogni anno ormai (è una fottuta routine) che qualche persona che conosco e a cui tengo, mi abbandona. Qualcuno mi molla in questa vita tanto misteriosa quanto maledettamente stronza, come stronze e bastarde sono le persone che abitano in questo mondo. Ognuno si fa i cazzi propri. E chi si preoccupa per quest'ultimi, restano presi così, a pesci in faccia. c'è chi si fidanza e tu finisci immediatamente tra gli scatoloni nel magazzino, c'è chi si laurea e se ne va in culo al mondo, c'è chi muore e non torna più, e chi se ne resta là, in riva al mare con lo sguardo perso nel vuoto e pensa che si è di nuovo soli. di nuovo schiavi delle emozioni, di nuovo in balia di lacrime salate e amare, di nuovo costretti a lottare da soli.

sempre soli.

martedì mattina ho attraversato il ponte dell'accademia. sul ponte c'erano foglie secche che svolazzavano tra i vari gradini di legno, e io ho alzato gli occhi, ho osservato per qualche secondo l'albero da cui cadevano le foglie, e mi è tornato in mente l' 8 ottobre del 99. quel giorno in cui ero appena uscita da scuola, e davanti a casa di mia nonna ho visto la macchina di mio padre, e il retro era colmo di valigie. le mie gambe tremavano. pensavo il meglio e il peggio, tutto d'un fiato. ho pensato che alberto mi manca. ho tentato di contare quante volte sono andata atrovarlo quest'anno, e mi sono vergognata del numero che non raggiungeva la decina. mi sono sentita ipocrita. ipocrita perchè nn l'ho ancora detto ad azzurra, o a giulia. forse parlandone con loro mi sentirei meglio, perchè anna mi sa capire ma fino a un certo punto.

vorrei poter parlare con qualche amico che conosco, ma che è troppo lontano sia con la mente che con il corpo, e poi ho paura di annoiare, di far crollare, di far incazzare. non voglio essere la lagna di turno.

c'è un tempo proprio schifoso. ho le lacrime che mi rigano le guance, gli occhi rossi, e se mi vede mia madre sono cazzi, perchè mi tempesterebbe di sicuro di miliardi di domande. domande a cui non voglio rispondere.

mio nonno migliora e peggiora. poi migliora di nuovo e poi ripeggiora.

ormai sono arrivata al punto che mi rendo conto io stessa, che, citando ligabue, ho perso le parole, oppure sono loro che perdono me.

ogni volta sembra che tutto stia arrivando alla frutta. poi il pasto ricomincia, così come pure la notte e il giorno.

è il ricominciare, che fa male. è il ricominciare che è estremamente faticoso, e non tutti riescono a ripartire daccapo.

io, che sono allergica ai cambiamenti, specialmente quelli radicali, che lasciano un'impronta di quelle indelebili, temo di essere tra quelli che, arrivati a un certo punto, non ce la fanno più. perchè? perchè la troppa solitudine incombe, perchè l'inverno giunge in fretta ed è la stagione più morta delle 4, perchè c'è tanta nostalgia, tanta voglia di graffiare pareti che non meritano di essere rovinate, perchè tante domande restano tali e non hanno risposta. e per mille miliardi di altre ragioni, la maggior parte delle quali sono contraddittorie, autentici paradossi, che nessuno all'infuori di me stessa, riuscirebbe mai a capire.

tanto, sono solo parole, e le parole volano e si librano in aria come la cenere, come la polvere.

tanto, a nessuno importa se sono parole. se sono le MIE parole. perchè se sono mie, sono solo parole che passeggiano e poi lasciano spazio ad altri insiemi di consonanti e vocali, magari più allegre, magari ancora più tristi. magari solo parole nuove, e nuovi giorni da analizzare, nuove canzoni da ascoltare, nuovi suoni e immagini da ricordare.
On air:
DEATH CAB FOR CUTIE - DEATH OF AN INTERIOR DECORATOR
you were the mother of three girls so sweet who stormed through your turnstile and climbed to the street but after conception your body lay cold and withered through autumn and you found yourself old can you tell me why you have been so sad? he took a lover on a faraway beach while you arrange flowers and chose color schemes can you tell me why you have been so sad? can you tell me why you have been so sad? the girls were all there they traded their vows the youngest one glared with furrowed brows they tenderly kissed then cut the cake the bride then tripped and broke the vase the one you thought would spend the years so perfectly paced below the mirror arriving late, you clean the debris and walked into the angry scene it felt just like falling in love again (x2) can you tell me why you have been so sad? can you tell me why you have been so…