sabato 15 settembre 2007

15 settembre. una data. un numero. un mese. 1992, un anno, 4 cifre ben distinte.
un'unica data. la tua nascita. la nostalgia, la tua mancanza in me, in mamma e papà.
oggi sembra un giorno come un altro. le campane hanno appena iniziato a suonare segnando le 14.
il cielo è grigio, stamattina c'era un po' di sole.
oggi sembra un giorno come un altro. un giorno qualunque. stamattina mentre studiavo le ossa del bacino, mi sono resa conto di che giorno era oggi.
sai, con tutto ciò che sta succedendo al nonno, non ho neanche pensato a scriverti una poesia, a farti un disegno da attaccare al tuo loculo. probabilmente la zia P non verrà oggi a portarti i fiori. sai, lavora sempre, anke il sabato, e stanno ankora cercando la terza commessa. in 2 gestire un negozio di quel tipo non è facile.
ma di sicuro ti pensa. ti pensiamo tutti. credo che pure i tuoi giocattoli e le tue macchinine, pure quel paio di scarpine che ho trovato una sera della settimana scorsa in una scatola di cartone con su scritto il tuo nome con un pennarello indelebile blu, ti pensino. erano piccole, quelle scarpe. avrai avuto qualche mese. mamma e papà non erano a casa, perciò non mi hanno visto. io quella sera ero a casa, stavo guardando un film. durante la pubblicità stavo andando a spegnere la luce in bagno, e ho visto che anke quella in camera tua era accesa. mi sono guardata attorno. il tuo letto con sopra i vestiti e le camicie da stirare, il ferro da stiro. i libri, lo scaffale rosso acceso. e quella scatola. 2 giorno dopo sono tornata in camera tua, ma quella scatola non c'era più. la mamma l'avrà sicuramente tirata fuori 2 sere prima perchè ti pensava, perchè le mancavi. le manchi sempre.
ed è strano. è strano il fatto che ora, in questi anni, ogni anno che passa, che si aggiunge alle nostre vite, io sia sempre più consapevole che non ci sei più. ieri girovagavo per i corridoi dell'ospedale, con gli occhi gonfi di lacrime in attesa di poter sapere com'era riuscito l'intervento, e di colpo mi è venuto in mente quel giorno in cui eri in braccio a me. per sbaglio mi sei caduto dalle mani, io sono scivolata sul tappeto che c'era in salotto. tu eri fragile. tutto in te era fisicamente fragile. e infatti ti sei rotto la gamba. te l'ho rotta io, la gamba. 2 giorni dopo, io tu e mamma eravamo già a padova, in reparto. io sono rimasta fuori, mentre mamma t ha portato dentro per farti fare il gesso. io ero là fuori. ero sola. sentivo le tue urla. i tuoi pianti. sentivo mamma che ti consolava e cercava di calmarti. mentre sgorgavo ancora lacrime, era uscita una signora bionda, un'altra mamma immagino. mi aveva chiesto come mai piangevo, chi stavo aspettando e così via. io se non ricordo male, l'ho liquidata con poche parole, ma mi serviva qualcuno che mi consolasse. qualcuno di adulto. così la signora si è seduta vicino a me e assieme abbiamo aspettato
che tu e mamma usciste.
ricordo bene la tua faccia la sera in cui ti sei fatto male. mi odiavi. non volevi neppure che io mi avvicinassi.
si. è stata colpa mia. colpa del fatto che nn sono stata forte, che tu eri pesante e io nelle mie braccia non avevo abbastanza forza per prenderti in braccio. colpa della mia fretta. colpa della mia assurda goffaggine.
non ricordo se ti ho chiesto scusa in modo decente. ma ricordo che tu ovunque andassi, avevi sempre un pensiero per me. e quando te ne sei andato, mamma mi ha detto "lavinia, lui ti adorava, ti amava ti voleva un mondo di bene".
eri l'unico che mi avrebbe potuto sostenere. che mi avrebbe appoggiata sempre e cmq. come quando mentre io e mamma litigavamo a tavola, tu subito intervenivi e dicevi "lascia stare lavinia!!".
non credo proprio che ci siano altre persone a questo mondo che mi vogliano bene come quanto me ne hai voluto tu.
non so neppure se ce ne saranno in futuro. e chi lo sa. forse non ci sarò piu neppure io tra qualche anno.
no, alberto. non sto drammatizzando. per la prima volta in vita mia da quando nn ci sei piu, sto vedendo quasi tutto in modo realistico. e ora quello che mi dico, ciò che vedo nella mia vita è un mucchio di gente, in mezzo alla quale io non ci sono. vorrei solo poter assicurare ogni persona a cui voglio bene che potrebbe ricevere una lettera da me, ma non so neanche cosa mi passa per la testa. quindi tutto ciò che posso fare in questo giorno è augurare Buon compleanno a un fantasma e augurare ogni male a chi non ha avuto le palle di starmi vicino e di venire al tuo funerale.
happy birthday, happy birthday.