Quando si presenta un problema, anche banale, subito se ne riaprono 1000.
Da una ferita, se ne riaprono altre 10.000 che nn si sono mai ricucite e cicatrizzate.
Da una paura singola, ne compaiono e ricompaiono altre. A vagonate.
E' tutta una vera e propria vagonata di problemi, di cose affrontate eppure ritornano. Di altre non affrontate.
Un mucchio di "carte" accatastate l'una sopra l'altra.
Non più state riprese in mano, rilette, chiarite, rimesse a posto.
Sono state lasciate per anni e anni lì, ad ammuffire.
E ora, ora che è un po' tardi per riprendere in mano questioni di 16 anni fa, si ripresentano di nuovo i muri insormontabili. La finestra con la tapparella abbassata, il sole che filtra nella stanza.
Tutto, tutto mi scivola addosso. Io, in realtà, da quella stanza non sono mai uscita. Sono ancora lì dentro, a creare veri e propri mausolei, e il resto mi passa davanti. Io non me ne accorgo, o forse non me ne voglio accorgere. Tutto, tutto mi passa davanti, come un treno in transito. Un mucchio di rotaie su cui corre. A volte ci penso, che vorrei buttarmi di sotto. Forse, è per noia, o forse perchè a 21 anni e mezzo mi rendo conto che la vita potevo viverla bene, appieno, e non l'ho fatto. Perchè mi scivola tutto addosso. Mi passa tutto davanti, e io non faccio nulla. E' tardi per fare qualcosa.
E anche se circa il 99% delle persone tutto ciò non lo capisce, fa male. Fa male davvero rendersene conto. Del fatto che il vetro della finestra resta chiuso, la manopola è piena di polvere, non cambia niente, e fuori il resto del mondo gira, i giorni proseguono, avanzano. Quella è vita. Non è, forse, quella che sto facendo io. Non nel senso che non ho nulla di materiale e affettivo, anzi. Ma vivere è un'altra cosa. Sono stimoli, è interesse complessivo per tutto, comprese le piccole cose. Sono fattori che postimi di fronte, la mia reazione è apatia. O meglio, mi dico già, con consapevolezza, che quegli obiettivi non sarò in grado di raggiungerli, perchè a volerli sono la persona che sono io, ed essendo io, me medesima, non vedo che tutto mi si chiude davanti. Sono io la prima a chiudere e a chiudermi le mie stesse opportunità. Non vivo, fingo di farlo. Ho dei problemi,e non li affronto ma li aumento, per puro masochismo.
Obiettivi veri e propri futuri non ne ho, perchè tutti quelli che riesco a raggiungere, poi tutto si tramuta nella stessa solita corsa a ostacoli addosso a cui cado e faccio una fatica mostruosa a rialzarmi.
Mi do colpe che non merito, e quelle mi meriterei di darmi, le scaravento addosso agli altri.
La conclusione? Non c'è. Solo supposizioni, del tipo, resterò a fingere di vivere per tutto il resto della mia vita. Vedrò i miei cari morire, i miei amici farsi una loro vita, raggiungere la felicità assoluta, i miei amori stufarsi e allontanarsi, e poi evitarmi.
E allora avrò raggiunto il mio unico obiettivo: distruggere la mia vita con le mie stesse mani, tutto da sola, senza l'aiuto di nessuno. Così nessuno sarà obbligato ad addossarsi colpe inutili. Tanto, non verranno poste indagini.
La morte è naturale. Anche la distruzione può esserlo. Quindi il problema non sussiste. Certo, non c'è mai stato. Che differenza fa? Tanto, mi scivola tutto addosso.
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